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Cenni Storici
Progetto originale
Ristrutturazione e modifiche
Recente restauro
Visite alla Villa
Fonti

Cenni Storici

manin

Villa Manin fu costruita tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600 da nobili veneziani e venne in possesso della famiglia Manin alla metà del ’700, nel periodo che vide appunto insediarsi nei territori del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia numerose famiglie del patriziato veneziano. 
Alla fine del ‘700, per una serie di sfortunate circostanze la villa passò alla famiglia Masotto “che ne teneva l’Agenzia”: in questo periodo che la tenuta agricola dei Manin iniziò a essere suddivisa e, gradualmente, nuove strade e costruzioni accerchiarono la villa che, tuttavia, conservò un vastissimo parco. Nel 1882 essa divenne proprietà di Bortolo Cantarella che ne affidò la ristrutturazione all’architetto Antonio Caregaro Negrin, con il compito di "riformarla ed abbellirla". 
Il 23 novembre 1864 qui nacque il nostro più illustre concittadino: Umberto Masotto, Capitano del Regio Esercito, Medaglia d'oro al valor militare. All'interno di un'aiuola del parco è stata posta una lapide commemorativa e una targa che ne ricorda le eroiche gesta è visibile sulla parete sud di Villa Manin Cantarella, al termine di Via Masotto. 
Dopo vari passaggi di proprietà la villa fu acquisita dal Consorzio Agrario di Noventa Vicentina che la adattò alle proprie esigenze commerciali: pose i suoi uffici nel piano nobile, adibì a magazzino la barchessa, il portico delle barchesse fu usato come parcheggio per automobili, autocarri e trattori agricoli; eliminò infine parte del parco originario e l’aiuola antistante lo scalone centrale, la cui esistenza è documentata da cartoline postali risalenti agli anni trenta. 
Nel 1997 la villa diventa proprietà di un privato che destina parte degli edifici addossati a residenze, e l'antica dépendance nel giardino anteriore a sede della sua attività professionale. Parte del parco originario viene trasformata nel parcheggio pubblico di Viale dei Martiri. Le sale del piano nobile, le barchesse, così come le sale delle cantine sono invece utilizzate per ospitare eventi privati e manifestazioni culturali. 

 

Progetto originale

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La villa si trova a nord-ovest del Duomo: allora in aperta campagna, era collegata con la "piazza ove si fa il mercato" (l’attuale Corso Giacomo Matteotti) con uno "stradone" denominato al tempo “di Cà Manin”, ora Via Umberto Masotto. 

Il progettista originale non è noto ma l’andamento orizzontale dell’edificio la ricondurrebbe ad un architetto di formazione stilistica padovana: essa fu concepita a due piani: riprende la tipologia del grande salone centrale al piano nobile, sopraelevato rispetto al vasto piano interrato dalle volte a crociera (le antiche sale delle cantine). Quattro sale sono disposte simmetricamente a destra del salone e quattro a sinistra: alcune di queste sale, così come il salone centrale presentano numerosi affreschi di notevole fattura, in buono stato di conservazione. Sopra al piano nobile si trova una grande mansarda delle stesse dimensioni degli altri due piani. Un elegante cornicione dentato sottolinea la linea di gronda e l’inizio della copertura; un grande abbaino centrale e quattro altissimi comignoli piramidali danno slancio verticale all’edificio. Affiancate al corpo della villa si trovano le grandi barchesse, costituite da quattro arcate a tutto sesto e caratterizzate da decorazioni pittoriche che ne ricordano la vocazione agricola.

 

Ristrutturazione e modifiche

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La villa è stata oggetto di un'ampia ristrutturazione nel 1883, ad opera dell'architetto vicentino Antonio Caregaro Negrin, il quale nella facciata anteriore ridusse i due ordini laterali di scale in un unico ampio scalone centrale, accompagnata da balaustre reggenti due statue muliebri, poi sostituite da lampioncini in ferro battuto; aggiunse sopra la porta d’ingresso centrale una modanatura in pietra per saldare le due finestre affiancate, in modo che i tre elementi centrali assumessero un'importanza adeguata alle notevoli dimensioni della lunga fronte dell'edificio.  Restaurò infine il grande abbaino: lo ingentilì con una triade di finestre ad arco tra quattro lesene reggenti un frontone triangolare, vi inserì balaustre traforate e diede ai capitelli un’impronta quattrocentesca, raccordando il rialzo del tetto all’intero fabbricato con due volute. Inizialmente sulla sommità del timpano doveva essere posta una statua raffigurante il committente, fu invece posta una statua raffigurante una figura femminile con un frutto in mano.

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Egli inoltre aggiunse la decorazione pittorica esterna della villa e delle barchesse, con la quale intendeva impreziosire l’architettura semplice e tranquilla e dare ai tre elementi centrali importanza adeguata alle notevoli dimensioni del fabbricato agricolo. 
Il Caregaro Negrin non intervenne nella facciata posteriore della villa che, esente dagli abbellimenti ottocenteschi, si presentava come concepita originariamente, nel suo primitivo stato seicentesco: i lavori di ristrutturazione terminarono nel 1883, data incisa sulla soglia della porta d’ingresso. 
Addossato al lati nord-ovest della villa si trova un altro edificio risalente alla seconda metà del 19° secolo, caratterizzato da una scala ottagonale che collega i tre piani della costruzione, mentre a fianco del lato nord-est delle barchesse sorge un altro edificio risalente allo stesso periodo.

 

Recente restauro

Nel corso dell'ultimo decennio del secolo scorso e del decennio scorso, contemporaneamente al complesso restauro filologico della parte muraria interna ed esterna della villa, si è provveduto a riportare il parco al suo antico splendore, rifacendo i sentieri del giardino all'inglese, disegnato quasi sicuramente dal Caregaro Negrin e ricostruendo l’aiuola centrale con la palma, elemento tipico dei giardini degli anni ’30. 
Nell'anno 2010, durante i lavori di restauro dei pavimenti e delle pareti delle ampie cantine, sono stati recuperati alcuni affreschi ancora in buono stato di conservazione: essi raffigurano da una parte l’Annunciazione con le figure dell’angelo e della Madonna. Sulla parete di fronte si vedono invece le figure di San Giuseppe, San Giovanni Battista ed ancora Sant’Antonio da Padova con San Francesco di Paola: dato che quest’ultimo santo è stato canonizzato nel 1519 si presume che tali dipinti siano successivi a questa data. Grazie al lavoro di restauro gli affreschi, di buona fattura, sono stati riportati ai colori originali: dall’importante scoperta e da altri particolari costruttivi delle sale delle cantine si ipotizza che la villa sia sorta sulle fondamenta di una costruzione preesistente, si presume un edificio religioso. Giovanni Mantese infatti, nella sua ponderosa “Storia di Noventa Vicentina” parla di due chiese esistenti a Noventa già in epoca medievale, una dedicata ai Santi Vito e Modesto, e una a Santa Maria Nova, che non è mai stata localizzata ed è sparita dalle testimonianze documentali all’inizio del Rinascimento. 

 

Visite alla Villa

Attualmente non sono previste visite alla Villa.

 

Fonti

  • Giovanni Mantese, "Memorie storiche della Chiesa Vicentina, edito da Accademia Olimpica, Vicenza 
  • Giovanni Mantese, "Storia di Noventa Vicentina" (1991), edito dal Comune di Noventa Vicentina
  • Biblioteca Civica Bertoliana

Modalita di Accesso

Chiusa al pubblico

Galleria di immagini

Dove

Via Umberto Masotto, 60, 36025 Noventa Vicentina VI

Contatti

Telefono: 0444 788511
Pagina aggiornata il 25/03/2024 16:33:00

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